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Specializzandi, Bernini: “Invitiamo Barbisan a maggiore cautela”

Comunicati Fp - 10/10/2019

Specializzandi, Bernini: “Invitiamo Barbisan a maggiore cautela”
FP CGIL: Su salute e sicurezza per utenti e personale non si può rischiare

 

“Forzare attraverso mozioni dei consigli comunali su materie le cui decisioni spettano ad altri soggetti ha solo un senso di natura propagandista. Corretto che amministratori locali si facciano portavoce dei temi che attengono alla salute pubblica, sono la prima autorità sanitaria nel territorio. Corretto che siano protagonisti nelle scelte che le aziende Ulss assumono rispetto a programmazione, piani di zona, socio-sanitario. Ma non sta in capo a loro decidere su materie che dipendono da Stato, Regioni e Università”. Questa la posizione della Funzione Pubblica CGIL di Treviso, per voce del segretario generale Ivan Bernini, in risposta alle dichiarazioni del consigliere regionale e comunale di Treviso Riccardo Barbisan.

“Riconosco un elemento di merito rispetto alla delibera di agosto della Regione Veneto - afferma Ivan Bernini segretario generale FP CGIL di Treviso -: quello di aver aperto un dibattito su un tema che per troppo tempo è rimasto sottotraccia, evocato e mai affrontato con la priorità che merita né dallo Stato né dalle Regioni. Il tema della formazione universitaria per il personale medico, del basso finanziamento delle borse di specializzazione, del necessario e opportuno ampliamento della rete formativa, della preoccupazione rispetto a un futuro che vedrà personale sanitario tutto, sia medico che del comparto, in numero insufficiente rispetto ai fabbisogni. Riconosco anche - continua Ivan Bernini - che parte dei contenuti di quella delibera sono stati fatti propri dalla Conferenza delle Regioni in una proposta avanzata al Ministero della salute. Segno evidente che il problema è ampiamente diffuso in tutto il Paese.

È la soluzione al problema? No, agisce come misura emergenziale che in sé, però, contiene elementi che potrebbero determinare ulteriori elementi di criticità. Non si banalizzi quanto posto, ad esempio, dalle organizzazioni sindacali e dai giovani specializzandi sulla questione sia rispetto al fatto che così facendo non si garantisce il necessario percorso formativo degli specializzandi, sia rispetto all’incremento potenziale di nuova precarietà, sia rispetto a un generale quadro normativo che non garantisce le tutele giuridiche né a coloro che sotto queste forme saranno inseriti né a coloro, i medici in essere, che oltre ad aver compiti di tutoraggio si caricheranno di ulteriori responsabilità “per gli altri”.

Per quanto ci riguarda - conclude Bernini - servirebbe intanto prendere piena consapevolezza di tutte le dinamiche che hanno portato all’attuale emergenza nelle strutture sanitarie pubbliche a partire anche dall’aspetto economico: la fuga di professionisti dal pubblico a privato, ad esempio, o le dimissioni del personale per cambiare rapporto, da subordinato a libero professionale, richiederebbe anzitutto immissione di risorse economiche per valorizzare dal punto di vista retributivo tutto il personale sanitario. Chiaro che se altrove sono meglio pagati se ne vanno. In secondo luogo è opportuno eliminare gli attuali vincoli che gravano sulle strutture sanitarie pubbliche in materia di personale, spesa e assunzioni, consentendo alle aziende maggior flessibilità e mettendo in condizioni i lavoratori di poter lavorare con maggior dignità, con minori carichi e con maggior sicurezza. In terzo luogo affrontando con Stato, Regioni, Università, parti sociali un serio ragionamento su possibili modifiche degli attuali ordinamenti legislativi, inclusi a seguire quelli contrattuali, che tengano conto delle problematiche emerse, che identifichino i percorsi senza esposizioni inutili a rischio per chi lavora e per chi si sta formando e si vuole introdurre nel mondo del lavoro sanitario. Per questo le forzature non servono a nessuno”.

 

Ufficio Stampa

 


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO