Immagine di copertina Sedi e orari

LE RESPONSABILITÀ NEL DECLINO DELLA SANITÀ

Note Fp - 21/06/2019

Bernini: Sull’emergenza sanitaria nessun segnale di cambiamento

LE RESPONSABILITÀ NEL DECLINO DELLA SANITÀ

 

Mancano medici e professionisti sanitari, noi facciamo i concorsi ma in pochi partecipano. I medici non si trovano”: queste le affermazioni che direzioni delle aziende e politica continuano a ripetere. Di chi sono le responsabilità? Oggi dell’università, domani di chissà.

Eppure ci sono cose che non tornano: ogniqualvolta si fanno concorsi per professionisti sanitari o operatori dell’assistenza si devono affittare i palasport per poterli ospitare tutti.

Come non torna un altro dato: mancano i medici ma poi, in tutte le strutture ospedaliere, si trovano gettonisti, non dipendenti, che coprono turni e suppliscono alle vacanze di organico.

Non vogliamo rendere banale un problema, siamo i primi che riconoscono che esiste il tema relativo alla programmazione universitaria ed al cosiddetto “imbuto” sulle scuole di specializzazione. Ma chiediamo che chi ha la responsabilità non operi, a sua volta, banalizzazioni sottacendo, in maniera ipocrita, alcune questioni:

  • Almeno da 19 anni, nel nome della compressione del costo del lavoro pubblico, si sono bloccate le assunzioni dentro limiti che non hanno consentito di sostituire il personale cessato; chiaro che qualsiasi giovane non investe, nemmeno da un punto di vista formativo, su una professione che non garantisce una prospettiva lavorativa certa. E chi ha investito sulla professione se ne è andato all’estero per poter lavorare.
  • Si sono bloccati i rinnovi dei contratti dei lavoratori della sanità per 10 anni ed i medici continuano a lavorare con un contratto non ancora rinnovato dopo 11 anni; le loro retribuzioni sono quelle del 2008 meno quota parte del salario accessorio che è stato ridotto per effetto dei limiti alla spesa.
  • Una costante e strutturale riduzione degli organici di personale ha determinato un aumento dei carichi di lavoro, ben oltre le normali ore contrattuali, al quale non c’è nessun incremento economico.
  • Attraverso le chiamate a “gettone” un medico prende in 12 ore quello che un medico dipendente ne prende in una settimana.
  • Aumentano le responsabilità per questi professionisti, che devono anche con soldi propri pagarsi coperture assicurative, e episodi di intolleranza che sfociano troppo spesso in aggressioni fisiche oltre che verbali.

Ci saremmo aspettati che queste dinamiche, che co-determinano il declino del nostro sistema sanitario, venissero affrontate da questo governo. Proprio perché evidenziando quello che i governi precedenti non hanno fatto si erano proposti come agenti del cambiamento a salvaguardia del servizio sanitario.

Nemmeno loro.

L’assaggio delle reali intenzioni sta nel fatto che oltre a de-finanziare ulteriormente il fondo sanitario nazionale di altri due miliardi di euro, nulla stanno facendo per il rinnovo dei contratti. Anzi.

Se vuoi investire sui professionisti devi riconoscerli, valorizzarli, metterli nelle condizioni di lavorare con dignità e rispetto dei carichi di lavoro e degli orari e pagarli il giusto.

Se si fa il contrario, come avvenuto in questi decenni, significa concretamente che oltre alle parole spese nelle campagne elettorali c’è il nulla. Anzi, c’è la volontà di smontare un po’ per volta quello che si è costruito in tanti decenni prima: una sanità pubblica degna di un Paese come l’Italia. Tanto poi, si sa, quando le persone si lamentano dei servizi si fa presto a scaricare le responsabilità su chi lavora. E mai su chi è responsabile di questa situazione.


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO