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Immigrazione, la CGIL trevigiana a Tuba (Senegal) promuove lo sviluppo in loco e il rientro volontario

Iniziative Segreteria - 20/11/2017

Consegnato alle autorità locali un video per raccontare l’esperienza di chi parte dal Paese africano
Immigrazione, la CGIL trevigiana a Tuba (Senegal) promuove lo sviluppo in loco e il rientro volontario

 

Dentro al progetto di cooperazione internazionale e volontariato che lega la città di Treviso alla città santa di Touba in Senegal, anche quest’anno, in occasione del grande pellegrinaggio musulmano Mourid (il secondo dopo quello de La Mecca), la delegazione trevigiana di Touba chiama Veneto ha portato nella città africana aiuto e sostegno tecnico e logistico, ma anche una corretta informazione sulla condizione dei migranti, esortando le autorità locali a dissuadere i giovani dal partire verso l’Europa e promuovendo il ristorno volontario assistito dei tanti richiedenti asilo.

Partita a inizio novembre e guidata dalle associazioni I Care di Gianni Rasera, La Tenda di Andreina Petrosso e dall’Associazione dei Senegalesi in Italia di Modou Diop, la delegazione trevigiana, alla sua quinta missione, ha visto quest’anno la presenza della CGIL di Treviso con Nicola Atalmi, della segreteria provinciale con delega all’immigrazione. Ne hanno fatto parte medici, infermieri e ingegneri, tutti volontari che offrono assistenza organizzativa, logistica e sanitaria, che hanno, inoltre, consegnato i materiali raccolti durante l’anno grazie all’impegno e alla sensibilità dei trevigiani. Tra le diverse dotazioni, anche un pullman ricondizionato donato da Mom per il trasporto dei bambini (Progetto Mercurio) e un container di macchine da dialisi e medicinali.

A raccontare l’esperienza vissuta in prima persona e a illustrare gli incontri che il Sindacato ha condotto con le autorità civili e religiose del Senegal, Nicola Atalmi. “I senegalesi, come i migranti dagli altri Paesi del Nord Africa, anche quando scampano alle grinfie dei trafficanti libanesi di esseri umani e sopravvivono all’infernale viaggio attraverso il Mediterraneo, spesso non ottengono lo status di rifugiati e rischiano di rimanere in Italia senza permesso di soggiorno, vivendo da clandestini in condizioni terribili e soggetti a ricatti e maltrattamenti”.

Per questo motivo in Senegal, con gli aiuti, abbiamo portato anche un messaggio video che si sta diffondendo in modo virale, in rete e nei media locali, grazie all’aiuto della confraternita Murid. Un video che racconta la vicenda di due ragazzi senegalesi ospitati nei nostri centri di accoglienza e illustra la cruda realtà del viaggio attraverso la Libia e l’impossibilità, in Italia, di ottenere il permesso di soggiorno. Queste sono verità non conosciute in Senegal. Un vuoto di informazione - sottolinea Atalmi - che drammaticamente consente ai trafficanti di esseri umani di continuare il loro infame business.

“Oltre a fornire questa informazione – aggiunge Atalmi -, la CGIL di Treviso è impegnata sul territorio anche nel far conoscere le opportunità del Rientro Volontario Assistito. Opportunità (e risorse) rivolte a chi ha avuto un diniego e che, insieme ai corsi di formazione professionale, possono creare un sistema funzionale e un vero ponte di sviluppo tra i Paesi”.
 

Treviso, 20 novembre 2017

Ufficio Stampa


Atalmi Nicola
Segretario Generale SLC CGIL TREVISO