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Canova, SAVE taglia gli stipendi degli addetti alla sicurezza

Comunicati Filcams - 22/03/2021

Per lo scalo trevigiano coinvolti 80 lavoratori dei 464 addetti alla sicurezza tra Canova e Marco Polo
Canova, SAVE taglia gli stipendi degli addetti alla sicurezza
I sindacati di categoria: “Una riduzione di quasi il 25% del salario è una richiesta inaccettabile”

 

Dopo la notizia dell’approvazione da parte del Ministero del masterplan dell’aeroporto Canova di Treviso la doccia fredda. La società Triveneto Sicurezza Srl del Gruppo SAVE, controllata per il 93%, chiede un drastico contenimento del costo del lavoro, quasi del 25%, praticamente cancellando l’accordo integrativo aziendale in vigore. Per lo scalo aereo trevigiano sono coinvolti circa 80 lavoratori dei 464 occupati al Canova e al Marco Polo. Una proposta che le sigle sindacali di categoria, FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL ritengono inaccettabile e respingono al mittente.

“I toni trionfalistici di SAVE e delle Istituzioni locali non trovano ragione se non viene garantito il lavoro di qualità e la continuità salariale e occupazionale – affermano Alberto Irone, Patrizia Manca e Massimo Marchetti, rispettivamente segretari generali di FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS UIL territoriali –. Questa prospettiva di drastico ridimensionamento dei salari degli addetti alla sicurezza aeroportuale del Canova impiegati nella società del Gruppo SAVE, la Triveneto Sicurezza Srl, è una doccia fredda dopo la notizia dell’approvazione del masterplan che apriva a una nuova fase”.

“Il Canova non può diventare una scatola vuota, senza lavoratori e senza buona occupazione – sottolineano i segretari generali di categoria”. Una posizione questa già espressa unitariamente dai Sindacati anche a livello confederale.

“È più che necessario garantire i posti di lavoro di chi già sta soffrendo da un anno a questa parte – aggiungono Irone, Manca e Marchetti –. Non è dunque accettabile che se da una parte si investe sullo sviluppo dell’aerostazione dall’altra si tagli sui salari di chi vi opera. Una scelta che porterebbe diversi lavoratori a cercare altro impiego per poter far capo ai bilanci familiari. Se SAVE ha a cuore il destino dello scalo trevigiano, non solo in termini di profitto ma anche di responsabilità sociale d’impresa, riveda questa decisione quanto prima. Così anche le nostre Istituzioni locali, che al di là dei trionfalismi, devono metterci la faccia e intervenire direttamente perché in ballo c’è il lavoro dei trevigiani”.

 

Uffici Stampa


Irone Alberto
Segretario Generale FILCAMS CGIL TREVISO