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Sanità pubblica-privata: la guerra dei numeri penalizza cittadini e lavoratori

Comunicati Fp - 17/01/2020

Sanità pubblica-privata: la guerra dei numeri penalizza cittadini e lavoratori
Rischi anche per gli Ospedali di Comunità

 

“Lasciamo il Direttore Generale difendere l’operato di Zaia nel silenzio più generale della conferenza dei sindaci trevigiana che dovrebbe essere, in realtà, la parte politica che si fa carico di rappresentare i disagi del territorio in materia di salute. Ci parre che di suo il direttore generale abbia già sufficienti “grane da pelare” nel dirigere un’azienda che dopo l’accorpamento delle tre Ulss ha ampliato problemi e complessità di gestione su un territorio vasto che copre quasi un milione di abitanti e ha messo insieme realtà diverse tra loro – esordisce Ivan Bernini, segretario generale della FP Cgil di Treviso”.

“Come sindacato, pensiamo che non sia utile esasperare la situazione dicendo che tutto va male, così come non lo è rappresentandola perfetta, dicendo che siamo i migliori, che tutto va bene. Anche perché poi arrivano le denunce da parte dei cittadini su liste di attesa, sulla necessità di affidarsi al privato per avere prestazioni in tempi adeguati e così via. Chi conosce il sistema, e non si ferma ai numeri, sa bene che molte prestazioni svolte dal privato convenzionato sono in realtà trasformate in privato puro e non finiscono nelle statistiche. Questa “battaglia dei numeri” che parte dalla riduzione programmata dei posti letto del pubblico e all’incremento o mantenimento dei posti letto del privato è circoscritta alle strutture ospedaliere e non indaga il resto. Già nel 2012 – entra nel dettaglio Ivan Bernini – erano previsti posti letto nelle strutture intermedie, il potenziamento dell’attività territoriale, la sinergia tra medici di base, strutture ospedaliere, centri di servizio e distretti. L’avanzata del privato nel sistema salute è ormai un dato di fatto. Dove vanno a finire quegli anziani una volta dimessi dagli ospedali e non domiciliabili, in assenza di posti letto nei centri di servizio? E chi paga loro degenze e assistenza? Quanti sono i cittadini che di fronte ad attese lunghissime, scelgono il servizio a pagamento? Questi numeri, finiscono nelle statistiche? – si chiede Bernini”.

“Non dimentichiamoci poi che c’è un ulteriore grosso pericolo che incombe sulla sanità trevigiana, che da progetto positivo potrebbe rivelarsi un boomerang: quello degli Ospedali di Comunità. La struttura intermedia, prevista dal Piano Socio Sanitario Regionale che sostituirà i vari reparti di lungodegenza presenti nei nosocomi, che vede l’Ulss trevigiana in ritardo rispetto ad altre province – spiega Sara Tommasin segretaria FP CGIL Treviso –. Rispetto all’attuale formula della lungodegenza, l’Ospedale di Comunità prevede il pagamento di una quota di compartecipazione di 25 euro tra il 30° e il 60° giorno di ricovero, mentre di 45 euro dal 61° giorno in poi. La Regione ha inoltre previsto una tariffa di residenzialità extraospedaliera per gli Ospedali di Comunità di 117 euro al giorno, incrementata da poco a 145 euro. Un incremento insufficiente a garantire la copertura contrattuale di chi lavora con contratto sanità o ente locale. Così, se da un lato si apre la questione costi a carico del paziente – prosegue Tommasin – dall’altro apprendiamo con perplessità che i 30 posti di Ospedale di Comunità previsti in aperture a Treviso saranno gestiti da una Cooperativa e non da personale interno. Dunque un’apertura al privato e un’irregolarità perché, in quanto struttura sanitaria, deve utilizzare il Contratto della Sanità e non puntare a costi al ribasso”.

“Abbiamo chiesto da tempo un confronto su queste tematiche al direttore dell’Ulss e siamo pronti a garantire nelle sedi opportune i lavoratori che saranno impiegati, affinché venga applicato il contratto previsto. Dopo la progressiva opera di esternalizzazione operata nell’ambito dei servizi territoriali e della riabilitazione, non possiamo continuare ad assistere allo smantellamento dei reparti ospedalieri. Basta regali al privato, basta contratti dei lavoratori al ribasso e margini di guadagno più ampi, sulle spalle dei cittadini – chiosa Tommasin”.

 

Ufficio Stampa


Bernini Ivan
Segretario Generale FP CGIL TREVISO