
Poco più di 30 euro netti in busta paga in Sanità, FP CGIL: “Contratto peggiorativo”
Sara Tommasin: “Un rinnovo contrattuale che nemmeno colma la perdita dettata dall’inflazione”
Amaro in bocca per i lavoratori e le lavoratrici della Sanità. L’aumento salariale che si sono trovati in busta paga si traduce in poco più di 30 euro netti rispetto al mese precedente. Dunque, in relazione al recupero inflazionistico il salario medio per questi dipendenti registra un -169 euro mensili.
I salari, quindi, sono aumentati di appena un 5,7% mentre il costo della vita si attesta al +16%. “È la prima volta che un rinnovo contratto fa perdere potere d’acquisto alle lavoratrici e ai lavoratori ed è un peggioramento inaccettabile – tuonano dalla FP CGIL trevigiana, sigla che non ha sottoscritto il rinnovo contrattuale, non condiviso per più aspetti –. Un arretramento anche in termini normativi – spiega Sara Tommasin della FP CGIL di Treviso –, mentre il Governo mantiene il tetto sul salario accessorio e sulle assunzioni, il nuovo contratto peggiora i carichi di lavoro dando mano libera alle aziende sulla pronta disponibilità, blocca di fatto differenziali economici e incarichi per mancanza di risorse, non risolve problemi come quello della mensa e della retribuzione spettante nei giorni di ferie”.
Oltre alla decurtazione dettata dall’indennità di vacanza contrattuale già riconosciuta, inoltre, proprio con la busta paga di novembre molti infermieri si trovano applicato un recupero di quanto percepito durante l’anno relativamente all’aliquota agevolata al 5% sulle prestazioni di straordinario, perché a differenza di quanto propagandato, è chiara la comunicazione dell’Agenzia delle Entrate in merito alla non applicabilità della tariffa agevolata sulle ore fatte in pronta disponibilità. “Rispetto a questa ultima beffa come Funzione Pubblica CGIL, sia a livello nazionale che locale, ci stiamo già attivando per il giusto riconoscimento, e non solo per la categoria infermieri ma di tutti i professionisti che rimangono esclusi – sottolinea Sara Tommasin”.
Non va meglio sul fronte del CCNL dei medici, veterinari e dirigenti sanitari: -537 euro lordi al mese rispetto all’inflazione e nessun arretrato 2022-2023.
“Quello che è stato firmato e avallato è un peggioramento delle condizioni di lavoro oltre che delle retribuzioni di chi ogni giorno si dedica con professionalità alla cura e all’assistenza delle cittadine e dei cittadini – conclude Tommasin”.
Anche per questi motivi siamo pronti a scendere in piazza a Treviso il 12 dicembre in occasione dello sciopero generale.
Ufficio Stampa