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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 24/11/2010

Ricerca dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso.
Crisi occupazionale, licenziamenti a quota 7 mila e boom della cigs Negli ultimi quattro mesi persi altri 2.316 posti di lavoro.
Cigs per 175 imprese, interessati 7.801 lavoratori. In 69 procedure in cassa tutti i dipendenti dell'azienda.
Barbiero: "Economia al palo, con le politiche cicliche del governo il 2011 andrà persino peggio".
E' una fine d'anno con un segno pesantemente negativo quella 2010 per il mercato del lavoro trevigiano. Continua infatti l'emorragia di posti, sia tra le piccole che tra le medie e grandi imprese, mentre la cassa integrazione straordinaria registra, solo negli ultimi 10 mesi e mezzo, 175 procedure per crisi, che interessano oltre 7 mila e 800 addetti.

E' questo quanto emerge dalla rilevazione periodica dell'Ufficio Studi della Camera del Lavoro di Treviso, aggiornata al 22 novembre scorso, cha preso in esame l'andamento della mobilità e della cassa integrazione straordinaria avviata nell'anno in corso.

MOBILITA' - Sono 7.005 i lavoratori che hanno perso il posto da gennaio al 22 novembre, 4.658 espulsi dal sistema delle piccole imprese (e sprovvisti di ammortizzatori sociali, ad esclusione dell'indennità di disoccupazione ordinaria) e 2.347 provenienti invece dalle medie e grandi aziende.
Solo nell'ultimo quadrimestre i licenziati sono stati in totale 2.316, contro i 1.515 dei quattro mesi precedenti. Un dato che, secondo l'Ufficio Studi della Cgil, riallinea il trend all'andamento di inizio anno (da gennaio ad aprile erano stati 3.174) e segnale che la crisi occupazionale continua a colpire duramente.
Gli stranieri rappresentano una percentuale significativa dei licenziati: sono il 31,11% degli espulsi dal sistema delle piccole aziende e di quelle artigiane e il 17,38% degli addetti che hanno perso il posto nella grande e media impresa. In totale si tratta di 1.857 lavoratori.

CASSA INTEGRAZIONE STRAODINARIA - Secondo l'Ufficio Studi della Cgil trevigiana è la situazione della cigs a misurare la gravità della situazione in atto. Le aziende interessate da cassa integrazione straordinaria per crisi avviata nel corso del 2010 sono, ad oggi, 175 per un totale di 7.801 lavoratori. Oltre un terzo delle procedure (69, il 32,42%) vedono in cassa integrazione straordinaria la totalità dei dipendenti dell'azienda che ha chiesto la cigs, segnale di una fortissima difficoltà che potrebbe condurre, nella maggioranza dei casi, alla chiusura.
Per la gran parte il momento negativo è causato dalla crisi economica: 118 aziende lamentano infatti difficoltà di mercato, mentre più contenuta è la fetta che ha chiesto la cigs per cali delle commesse o difficoltà finanziaria. Interessati tutti i settori, con prevalenza del metalmeccanico, tessile e legno arredo.

"La difficoltà di mercato - ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - descrive in maniera puntuale la situazione: se la tenuta finanziaria, come ragione della crisi, può essere considerata anche un fattore di selezione, che agisce intensamente sul sistema delle imprese più esposte alla pressione debitoria, le flessioni del business e la diminuzione del fatturato, derivata da cali della domanda o più in generale da flessioni del mercato in cui si opera, stanno a significare che il motore dell'economia viaggia a giri ridottissimi, se non è proprio fermo".

"La crisi occupazionale descritta dalla ricerca dell'Ufficio Studi - ha proseguito il segretario generale della Camera del Lavoro - deve essere affrontata con misure straordinarie, che partono dagli ammortizzatori per arrivare a politiche più incisive che consentano di mettere in atto un minimo di ripresa. Ma la direzione che si sta prendendo è un'altra: gli stessi tagli ai trasferimenti verso i Comuni decisi dall'esecutivo, che nei prossimi anni incideranno in questa provincia per oltre 80 milioni di euro, deprimono la capacità del comparto pubblico di giocare un sia pur minimo ruolo. Questa misura infatti, accompagnata al Patto di Stabilità, congela gli investimenti pubblici per i prossimi 5 anni.

Oltre a ciò la contrazione della spesa porterà alla riduzione dei servizi e costringerà il sistema privato, quindi anche le famiglie, a spendere porzioni di reddito disponibile, ad esempio per quanto riguarda welfare, sanità e scuola, sottraendole al circolo del mercato e dei consumi. Ci troviamo quindi di fronte ad una manovra ciclica, che ci spinge ancora più in fondo nel baratro della crisi e della stagnazione economica. Per questo la manifestazione della Cgil, sabato 27 a Roma, assume una importanza e un significato ancora più rilevanti".
"Con questi numeri - ha concluso Barbiero - si mette una pietra tombale sopra alle illusioni sulla ripresa del mercato del lavoro propinateci in pompa magna da chi riesce a inebriarsi per uno "zero virgola" con il segno positivo".

Ufficio Stampa