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LETTERA AL DIRETTORE

Comunicati Segreteria - 26/03/2010

Gentile direttore,
quella che sta per concludersi è stata indubbiamente una campagna elettorale deludente, forse, sospetto io , anche per il clima da esito scontato che circonda la consultazione in programma nel prossimo fine settimana.
Il dato di fatto è comunque l'assenza del dibattito rispetto alle grandi sfide a cui questa Regione è chiamata nei prossimi cinque anni e quindi alle grandi scelte che dovranno necessariamente essere fatte per dare una risposta soddisfacente al bisogno di ripresa, sociale ed economica.

I temi centrali della prossima legislatura regionale sono invece rimasti ai margini di una campagna elettorale stanca, in cui hanno prevalso le contrapposizioni meramente di natura ideologica, lo scontro personale, le denuncie per la copertura dei manifesti.

Il tutto condito, grazie anche a qualche interessante reportage giornalistico, dalla sgradevole sensazioni di vivere un'epoca da Bsso Impero, in cui la politica dei sistemi di potere più che ad una stagione di governo si prepara ad inaugurare un lungo regime.
Il sindacato non poteva ragionevolmente rimanere fuori dal dibattito; ecco perché, come Cgil, abbiamo messo a disposizione dei partiti e dei candidati una serie di questioni su cui dibattere e confrontarsi, vere e proprie priorità del e per il Veneto. Iniziando, ad esempio, dal nodo lavoro, legato a doppio filo alla necessità di dare alle nostre imprese degli strumenti e una cultura economica che permettano di continuare a crescere, di uscire dall'illusione del modello "piccolo e bello" che oramai non può più reggere alla competizione globale, di costruire un modo nuovo e più efficace di essere e fare azienda, anche rispetto ai rapporto, sempre più difficile, con il modo del credito.

Per arrivare al modello di occupazione e di welfare del lavoro, in una situazione che vede crescere la precarietà, soprattutto quella estrema, e che quindi registra un deterioramento delle condizioni di lavoro e di quelle salariali, cioè la risposta peggiore che si potesse dare alla crisi, mentre non decolla una riforma seria del welfare del lavoro e gran parte della platea di lavoratori, quelli delle piccole imprese e coloro che hanno contratto atipici o sono solo formalmente degli autonomi, si trovano completamente sprovvisti di veri ammortizzatori sociali.

Senza dimenticare il nodo della sanità, dell'assistenza, delle politiche famigliari, dell'immigrazione intesa come necessità di costruire e realizzare un modello anche territoriale per l'integrazione.
Per dare risposta a queste questioni non basta l'immaginazione del bravo oratore, né basta un bravo staff di comunicatori. Servirebbe invece proprio quello che, purtroppo, è mancato o non è stato reso sufficientemente evidente in questa campagna elettorale: parlare delle cose concrete con un linguaggio concreto e di verità, non annunciare ma presentare al cittadino un'agenda dei primi 100, 200 o 300 giorni, spiegando con quali risorse si potranno fare le cose.

Abbiamo avuto, invece, una campagna elettorale di basso profilo, con nessun contenuto.
la campagna elettorale fatta a tavolino dagli esperti di marketing elettorale, capace di conquistare anche senza convincere, di vincere senza prendere veri impegni, di prendersi pochi e vaghi impegni sapendo di potersi permettere il lusso di non onorarne neppure uno.

Paolino Barbiero, Segretario generale Cgil provinciale Treviso