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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 11/03/2013

Vendrame: "Le carenze del nostro welfare locale portano inevitabilmente ad un indebolimento sociale delle donne sul fronte del lavoro".
Lavoro femminile, Vendrame: "Le donne le più colpite dalla crisi".
CGIL TREVISO: "Nel 2012 oltre 3mila donne sono uscite dal mercato del lavoro trevigiano. A questo dato va sommata la progressiva dequalificazione e precarietà del lavoro femminile e l'ingrossamento delle fila delle donne inattive".

"In provincia di Treviso le donne rappresentano circa il 42% delle fuoriuscite dal mercato del lavoro.
Sono loro proporzionalmente a subire di più la crisi rispetto agli uomini. Infatti, le stime ci dicono che mentre il tasso di disoccupazione s'aggira intorno al 6,7% per gli uomini, sali all'8,4% per le donne. Nel 2012 mediamente ogni giorno ben 8,3 lavoratrici sono state inserite nelle liste di mobilità, per un totale complessivo di 3.029 donne senza lavoro".

"Se il lavoro in Veneto scarseggia per tutti, manca soprattutto per le donne che in modo perverso vengono maggiormente e ulteriormente discriminate", ha sottolineato il segretario generale della Cgil Giacomo Vendrame, che spiega: "a Treviso il tasso di inattività e di occupazione femminile è anche connesso alla scarsità di servizi di welfare che favoriscano la conciliazione tra lavoro e cura della famiglia. L'abbassamento dei livelli di welfare e il mancato finanziamento dei fondi per la non autosufficienza e di sostegno alle associazioni di volontariato toccano inevitabilmente anche la sfera economica e familiare, facendo fare alle donne un passo indietro nel mondo del lavoro".

"Una perdita che conferma una situazione drammatica e in peggioramento – prosegue il segretario CGIL - i dati testimoniano la crescente condizione di degrado della condizione economica e sociale delle nostre famiglie e della nostra realtà. Per le donne è soprattutto la fascia d'età che va dai 30 ai 40 anni ad essere la più colpita con 14% del totale dei lavoratori in mobilità, uomini e donne; ma dal 2012 anche per le ultraquarantenne le cose stanno peggiorando e, in alcuni momenti dell'anno si è registrato il sorpasso".

"I rapporti di lavoro, inoltre, sono generalmente più fragili. Negli ultimi anni sono stati spazzati via contratti solidi e le donne della Marca, ormai sempre più lavoratrici precarie, hanno dovuto adattarsi a svolgere mansioni dequalificate, sempre più spesso accettare contratti di poche ore, il cosiddetto "lavoro povero", quello che non dà un reddito sufficiente a mantenersi, sottostare a trattamenti economici irregolari, di lavoro nero, ed essere maggiormente soggette a forme di mobbing e ricatto sociale. A questo dato – ha continuato Vendrame - bisogna aggiungere quello delle lavoratrici scoraggiate, le cosiddette inattive, quelle che non lavorano e che un lavoro non lo cercano più".

"Le analisi ufficiali ci segnalano che le donne in Italia sono una grande risorsa non ancora pienamente utilizzata – ha concluso Vendrame – la Banca d'Italia stima che se l'occupazione femminile raggiungesse l'obiettivo europeo del 60%, il Pil crescerebbe del 7%. Il maggiore reddito delle donne contribuirebbe non solo al benessere familiare ma anche al gettito fiscale e previdenziale. Ma i numeri segnalano un grave dramma legato al lavoro "in rosa" e Treviso purtroppo non fa eccezione".