Immagine di copertina

COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 06/08/2010

Ricerca congiunturale dell'Ufficio Studi della Cgil di Treviso.
Crisi, in sette mesi licenziati 4.771 trevigiani
.
Rispetto ai primi sette mesi del 2009 bruciati 553 posti in più. Nelle pmi il 30% delle espulsioni dal terziario. Entro dicembre a conclusione 45 procedure di cassa integrazione straordinaria.
Barbiero: "Ora rischiano il posto di lavoro altri 2.500"
.

Il totale delle espulsioni ha raggiunto, al 31 luglio, quota 4.771, contro i 4.218 dei primi sette mesi dell'anno passato. A pagare il prezzo più alto all'emorragia di lavoro sono i dipendenti delle piccole imprese sotto i 15 dipendenti, 3.193 licenziati a seguito di procedure che hanno riguardato 800 aziende. Aumenta quindi di 553 unità, rispetto allo stesso periodo del 2009, il numero di licenziamenti nelle imprese della Marca nel periodo gennaio-luglio.
A dirlo è una ricerca congiunturale dell'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso aggiornata al 31 luglio scorso, che stima in 2.500 i posti di lavoro a rischio nei prossimi 4 mesi.

Il dato relativo alle pmi mette in luce una situazione di crescente crisi nel terziario, che è il settore che soffre maggiormente il calo dei livelli occupazionali e in cui si conta il 31% dei licenziamenti (il 29% è rappresentato dall'edilizia-legno-arredo, il 20% dalla metalmeccanica, il 12% dal sistema chimica, gomma-plastica e tessile).
Minore in termini assoluti, ma molto preoccupante considerata la tipologie d'impresa, è la perdita di posti di lavoro nelle aziende con soglie occupazionali superiori ai 15 dipendenti. Da gennaio a luglio i licenziamenti sono stati 1.578, risultato di procedure avviate in 214 realtà produttive. In questo comparto il saldo maggiormente negativo si registra nella meccanica (-532 occupati). A rendere ancora più fosco il quadro dell'economia territoriale trevigiana è la situazione relativa alla cassa integrazione straordinaria. Quaranticinque sono infatti le procedure di Cigs in corso e la cui scadenza sarà entro i prossimi mesi.

"Situazioni esplosive - ha commentato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - senza inversione di tendenza i lavoratori interessati da queste cigs sono destinati al licenziamento".
Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria avviata nei primi sette mesi dell'anno ad avere i numeri peggiori è la metalmeccanica, con 55 procedure aperte che coinvolgono 1.546 lavoratori; a ruota l'edilizia, 34 aziende e 973 lavoratori. Nel tessile e abbigliamento le procedure sono invece 17, con 156 lavoratori interessati, mentre il commercio registra 12 procedure e 118 lavoratori in cassa. Il totale, al 31 luglio 2010, è di 3.093 lavoratori in cassa integrazione straordinaria.

"Il problema - ha spiegato Barbiero - non è tanto una ripresa debole, quanto piuttosto una ripresa che non appare neppure percettibile. Gli indicatori economici provinciali sono tutti negativi, dai consumi ai fatturati al saldo occupazionale; e le tensioni finanziarie continuano, mettendo fortemente sotto pressione un tessuto d'impresa indebitato non tanto per investimenti, quanto per la sopravvivenza. Lo stato critico di salute del sistema economico è poi reso ancora più evidente dal procedere inarrestabile dei fallimenti, delle richieste di concordati, delle ristrutturazioni basate prevalentemente sulla diminuzione dei costi del fattore lavoro e che incrociano un alto fabbisogno di precariato e forti contrazioni delle soglie occupazionali".

"La previsione - ha concluso il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - è che da agosto saranno in 2.500 almeno a rischiare di perdere il posto di lavoro, con prospettive di ricollocazione scarse e molto spesso, trattandosi di lavoratori espulsi dalla piccola impresa, quasi totalmente sprovvisti di veri ammortizzatori sociali".

Ufficio Stampa