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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 05/06/2014

Tasi - inquilini Ater in allarme, coinvolte oltre 4mila famiglie in provincia.
SPI-SUNIA: "Il Comune di Treviso fissi subito un incontro
".
I segretari generali, Barbiero-Gava: "La Tasi, similmente all'Imu, sugli alloggi popolari non è dovuta".
Anche tra le famiglie residenti nelle case popolari, oltre 4mila in tutti la provincia, e di questi immobili ben 1.200 dell'Ater del capoluogo e altre 800 di proprietà del Comune di Treviso, le preoccupazione per il pagamento della Tasi sono prepotentemente emerse e hanno coinvolto gli sportelli Sunia e Spi Cgil della Marca.

"Alla luce della normativa vigente e dell'aliquota applicata dal Comune di Treviso nulla sarà dovuto da Ater e dagli inquilini per la Tasi, ma è necessario, anche per tranquillizzare le quasi 2mila famiglie coinvolte, fare subito chiarezza. Per questo l'Amministrazione comunale fissi entro le prossime 48 ore un incontro con Ater e le Parti Sociali".
Lo hanno detto Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso, e Alessandra Gava, segretario generale del SUNIA CGIL di Treviso.

"Gli immobili Ater sono assimilabili alle prime case – spiega Alessandra Gava – e questo è suffragato dal fatto che l'Ente stesso ha vinto il ricorso relativamente al pagamento dell'Imu e che la Legge 80/2014 ha recentemente esonerato questa tipologia di residenze proprio dall'imposta municipale sulla proprietà. Nello specifico del caso di Treviso in seguito all'applicazione dell'aliquota all'1,6 per mille e della detrazione, pari a 200 euro, quasi la totalità degli alloggi, che per il 95% hanno una rendita catastale inferiore ai 790 euro, nulla è dovuto né da Ater né dagli inquilini".
"Dobbiamo rassicurare le famiglie trevigiane – aggiunge Paolino Barbiero – per questo il Comune di Treviso fissi urgentemente, entro le prossime 48 ore, un incontro con i vertici Ater e le Organizzazioni Sindacali per affrontare la questione e dipanare la matasse, ed evitare, inoltre, contenziosi che coinvolgerebbero Enti e cittadini in una inutile guerra fra poveri e spreco di risorse pubbliche".

"Affrontiamo subito il nodo nel capoluogo, che da solo raggruppa metà degli immobili di residenza popolare della Marca – continua la Gava – e successivamente procederemo ad interessarci di tute le altre situazioni in provincia". "In altri Comuni, soprattutto in quelli che hanno applicato un'aliquota superiore, tipo il 2,5 per mille – conclude Barbiero - si potrebbero, infatti, verificare problemi maggiori.
Troviamo, inoltre, inutile che alcune partite economiche rimbalzino da un'Amministrazione pubblica all'altra trascinando con se sprechi di gestione che potrebbero essere evitati per investire, in questo caso, sulla manutenzione degli edifici e sulla costruzione di nuovi alloggi popolari".