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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 14/10/2011

Il Sindacato chiede un incontro all'Uls 7 per ritirare la disposizione sui tempi delle visite.
Visite di 5 minuti, Cgil: "Si lede il diritto alla salute".

Barbiero-Bellotto: "Metodo inopportuno che lede la dignità del paziente e del lavoro dei medici. Il sistema sanitario deve, oggi più che mai, dare risposte al malato e al cittadino sotto l'aspetto medico-professionale ma anche umano"

"Disposizione lesiva del diritto alla salute".
Questo il duro commento del segretario provinciale della Cgil di Treviso, Paolino Barbiero, alla direttiva contenuta nella circolare dell'Uls 7 ed entrata in vigore dal 1 ottobre che impone ai medici dell'azienda sanitaria di Conegliano un tempo di 5 minuti per controllare i referti, impostare la terapia, prenotare un intervento o, nella peggiore delle ipotesi, comunicare ad un paziente l'incurabilità della malattia.

"Probabilmente – ha spiegato Ottaviano Bellotto, coordinatore della Cgil per la zona di Conegliano e Vittorio Veneto - alcune visite richiedono un tempo anche inferiore ai cinque minuti previsti dalla circolare dell'Uls 7, ma come hanno affermato i medici ospedalieri, alla base di tale metodo c'è una difforme visione del lavoro ambulatoriale. Molte visite, infatti, necessitano di un tempo congruo non solo all'analisi del referto e all'identificazione della migliore terapia per il paziente ma anche sotto l'aspetto umano, che non può essere misurato in minuti".

"Informare il paziente è, infatti, un dovere deontologico del medico – ha aggiunto Paolino Barbiero - una comunicazione che deve essere la più comprensibile per il malato è anche un grande sostegno sia sul piano della consapevolezza, che della fiducia che si instaura nel rapporto tra medico e paziente, ma è anche un fondamentale segno di vicinanza pragmatica alla persona affetta da grave patologia. È inammissibile e impensabile contingentare tempi e metodi risolvendo tutto in termini di costi.".

"Ci attiveremo – ha continuato Barbiero - come Sindacato e insieme a Cisl e Uil nel difendere le garanzie fondamentali alla salute e chiederemo urgentemente ai responsabili dell'azienda sanitaria un incontro che chiarifichi i presupposti di questa decisione. Sollecitiamo, nel frattempo, i primari e tutti i dipendenti dell'Uls di levare compatti la propria voce contro questo modello a dir poco inopportuno che non tiene conto della dignità del personale ospedaliero, dei malati e delle loro famiglie".

"La nostra richiesta all'azienda sanitaria – ha concluso Bellotto - è quella di rivedere tale politica e stralciare subito questa disposizione che rappresenta una grave lesione del diritto alla salute ma anche uno scarto negativo con la realtà lavorativa dei medici e infermieri. Particolarmente in questo duro momento in cui i ticket aumentano e le famiglie si impoveriscono il sistema sanitario pubblico deve fornire risposte puntuali all'ammalato e al cittadino".

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