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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 26/07/2010

Il segretario provinciale: tempi maturi per l'aggregazione.
Rifiuti, la Cgil: consorzio unico per la raccolta e smaltimento.
Barbiero: "Un solo soggetto e un solo cda, non solo unificazione dei gestori. Va contrastato il desiderio della politica di ricavarsi i propri spazi di gestione del potere".
"La semplificazione del sistema di raccolta, trattamento e lavorazione del rifiuto solido urbano può portare, in provincia di Treviso, a risparmi per due miliardi di euro. Ma questo solo a condizione che la riduzione dei soggetti oggi attivi non riguardi esclusivamente le società di raccolta e smaltimento, ma anche i consorzi.
Ed è questa la direzione verso cui chiediamo si vada".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro provinciale di Treviso, secondo cui "per la Cgil l'integrazione non sarà mai completamente soddisfacente se lascia intatta la frammentazione dei soggetti che rappresentano gli enti locali nella filiera della raccolta e smaltimento dei rifiuti".

"Non può bastare - ha spiegato Barbiero - l'accorpamento degli attuali gestori (Savno, Contarina, Treviso Servizi e Mogliano Ambiente per quanto riguarda la raccolta e Savno, Contarina e TrevisoServizi per gli impianti) se poi a monte rimanesse inalterata la struttura dei 5 soggetti, tre consorzi e due comuni.
Oltre alla questione del bando Ato per l'affidamento dei servizi ad un unico soggetto e alla giusta esigenza di mantenere l'attività nel territorio, c'è la necessità vera ed urgente aggregare per risparmiare sui costi anche dei consorzi, di uniformare le tariffe a livello provinciale e quindi calmierare quanto sostenuto dalle famiglie dal punto di vista economico. In una provincia da quasi novecentomila abitanti, snellire la giungla di operatori è possibile e probabilmente necessario se si vuole razionalizzare tutta la filiera dei rifiuti, puntando ad una riduzione delle tariffe anche al crescere delle quantità, considerato che entro il 2015 raggiungeremo le 400 mila tonnellate, cioè il 15% in più rispetto ad oggi".

"E quando si parla di ridurre i costi - ha aggiunto il segretario generale della Cgil provinciale trevigiana - intendiamo anche i costi degli apparati dirigenti, cioè dei consigli di amministrazione". "Alla provincia - ha proseguito Barbiero - chiediamo di lavorare per dare un assetto all'intero comparto che preveda un ragionamento sulla riduzione delle attuali strutture consortili attraverso la costituzione di unico soggetto, con un unico consiglio di amministrazione, capace di essere espressione sia della Provincia che dei Comuni e del territorio. La stella polare di questa operazione deve essere quella di una semplificazione finalizzata a trovare un minimo comune denominatore, non assecondare e mantenere divisioni che non sono funzionali al servizio ai cittadini ma solo ad un politica che vuole ritagliarsi spazi di gestione del potere".

"Sullo stesso piano - ha puntualizzato Barbiero - si muove anche la discussione relativa agli impianti, che devono essere considerati in una visione autenticamente provinciale, portati ad una gestione efficiente soprattutto nel tentativo di dare una risposta alla chiusura del ciclo dei rifiuti, considerato che rimangono percentuali significative di rifiuto non riciclabile rispetto al quale non basta né la logica delle discariche, che sono particolarmente costose e che presentano un profilo di grande rischio ambientale, né quella di chiudere gli occhi davanti ad un problema che non si risolverà conferendo altrove tutto quanto non viene già smaltito nel ciclo attuale".

"In vista dei processi di evoluzione che sono oggetti di discussione - ha concluso Barbiero - l'unica strada è quella che porta ad un modello uniforme per tutto il territorio, ad un piano tariffario provinciale unico, all'adozione uniforme di una tariffa che possa essere modulata anche in considerazione dell'indicatore economico delle famiglie, soprattutto in questa fase di crisi. Dalla politica locale vogliamo sapere se la questione della trasparenza e della riduzione dei costi sia materia da trattare come il sesso degli angeli, o se invece si sia disponibili a fare operazioni utili, serie e vere. Ricordando che chi paga la tariffa, cioè i cittadini, sono i soci di maggioranza dei consorzi, rispetto alle cui esigenze vanno date risposte concrete".

Ufficio Stampa