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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 22/04/2013

Appello dello SPI CGIL ai Primi Cittadini: "Intervenendo sulle detrazioni abbassate la pressione fiscale sulla prima casa per dare respiro al reddito dei trevigiani e ristabilire l'equità".
Imu: più cara dell'Ici, meno soldi per i Comuni.

Il Segretario generale: "I pensionati trevigiani impegnati nella contrattazione denunciano le troppe disparità tra i Comuni della Marca e chiedono di rivedere la governance del territorio, attraverso aggregazioni e fusioni, per reperire le risorse necessarie a servizi e al sociale".

"Un'imposta antifederalista, una patrimoniale non proporzionale che colpisce indirettamente e in modo iniquo i redditi più bassi.
Facciamo appello ai Primi Cittadini della Marca perché si vada oltre le aggregazioni delle funzioni per avviare presto vere e proprie fusioni tra i Comuni del territorio, al fine di fare massa critica e trovare le risorse da destinare ai servizi al cittadino e in particolare al sociale".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale dello Sindacato dei Pensionati della CGIL di Treviso, commentando i dati elaborati da Mario Bonato del Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI per l'Ufficio Studi della CGIL provinciale.

IMU SULL'ABITAZIONE PRINCIPALE
Dai dati, che raffrontano per tutti i 95 Comuni della Marca l'Imu pagata nel 2012 e la vecchia Ici conferita nel 2007, emergono sostanziali differenza tra le scelte della Amministrazioni Comunali.
Nel trevigiano i versamenti Imu totali ammontano a 296.239.414 euro, pagati da 603.764 contribuenti. Per l'abitazione principale 75 Comuni hanno applicato l'aliquota base del 4 per mille, 18 l'hanno aumentata, 2 l'hanno ridotta. Tra le Amministrazione che hanno deciso l'aumento dell'aliquota base 10 Comuni hanno applicato il 5 per mille (Cimadolmo, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Monfumo, Montebelluna, Oderzo, Ormelle, Paderno del Grappa e Vidor), 4 il 4,5 per mille (Casale sul Sile, Cison di Valmarino, Codognè e Morgano), Povegliano il 4,4 per mille, Zero Branco il 4,6 per mille, San Biagio di Callalta il 4,8 per mille, e infine Santa Lucia di Piave il 5,6 per mille. Solamente il Comune di Castello di Godego e Segusino hanno ridotto l'aliquota, rispettivamente dello 0,5 e dell'1 per mille. A questo quadro sebbene indicativo del contributo versato dai proprietari delle prime abitazioni si sommano ulteriori differenze. Infatti, ciascuno dei Comuni ha potuto anche decidere relativamente alla detrazione stabilita per legge a 200 euro e sulla detrazione per figlio a carico.

L'analisi del Dipartimento Contrattazione Sociale del Sindacato Pensionati si è focalizzata sul gettito proveniente dall'Imu relativo all'abitazione principale che per il 2012 è risultato di 58.943.712 euro versati da circa 311mila contribuenti per un importo medio di 190 euro. Il 31% del gettito complessivo – sottolinea Mario Bonato – è stato versato dei residenti nei 6 Comuni trevigiani superiori ai 28mila abitanti, per importi medi compresi tra i 181 euro di Vittorio Veneto e i 265 di Montebelluna. I residenti nel capoluogo hanno versato mediamente 203 euro. Complessivamente il peso dell'Imu per l'abitazione principale sul totale del gettito dell'imposta è stato pari al 19,9% delle entrate.

Nel confronto sul tributo sull'abitazione principale versato dai trevigiani nel 2012 rispetto a quanto pagato nel 2007 per l'Ici, ovvero prima della sospensione e successivamente dell'abolizione dell'imposta, mentre il versamento dell'Ici è di circa 45,9 milioni di euro, l'Imu è pari a 58,9 milioni di euro, con un aumento di 13 milioni di euro, ovvero il 28,54% in più. Ma il ventaglio è molto ampio: su 11 dei 95 Comuni la differenza tra Imu pagata nel 2012 rispetto all'Ici versata nel 2007 è negativa (Chiarano, Farra di Soligo, Fregona, Mareno di Piave, Moriago, Nervesa, Orsago, Preganziol, Segusino, Tarzo, Zenson); mentre per 6 Comuni della Marca l'aumento ha superato il 100% (Codognè, Gaiarine, Mansuè, Santa Lucia, Vedelago e Vidor), qullo di Giavera tocca ben il 263,9% di aumento.

IMU SULLE ALTRE TIPOLOGIE DI IMMOBILI
L'Imu viene applicata anche alle seconde abitazioni, ai fabbricati, alle aree fabbricabili, rurali e ai terreni agricoli.
Il gettito Imu sui fabbricati diversi dall'abitazione principale ammonta a 238milioni di euro, che vanno ripartiti tra Comuni e Stato, rispettivamente 125milioni sono rimasti nel territorio e 113 sono andati allo Stato centrale.
Anche in questo caso si è riscontrata un'ampia varietà di comportamenti tra i nostri Amministratori nella determinazione delle aliquote: 72 Comuni hanno applicato quella ordinaria del 7,6 per mille, altri 23 Comuni l'hanno aumentata con una scala di valori tra il 7,8 e il 10,60 per mille.
Per le altre tipologie di immobili, sebbene il gettito complessivo Imu a carico del contribuente ammonti a 237.295.702 euro, la parte destinata ai Comuni è pari a 124.566.758 euro, diminuita dell'11,48% rispetto al gettito Ici del 2007, che ammontava a 140.726.945. Il rimanente versato dai contribuenti Imu per il 2012, 112.728.944 euro, è confluito nelle casse dello Stato. Dunque, benché i contribuenti delle altre tipologie di immobili abbiano pagato quasi 100milioni di euro in più rispetto al 2007 i Comuni della Marca hanno incassato 16.160.187 euro in meno.

I TOTALI IMU
Complessivamente per Imu prima casa e per le altre tipologie assoggettate all'imposta, per la quota Stato e quella comunale, i trevigiani hanno sborsato 296.239.414 euro, ben 109.656.740 euro in più rispetto alla vecchia Ici, ovvero un incremento del 58,77%.
Dalla parte dei Comuni è pari a 3.072.204 euro l'ammontare negativo totale rispetto all'Ici 2007.
Evidenziando le diversità tra i singoli Comuni si riscontra che 5 Comuni (Castello di Godego, Giavera, Monastier, Portobuffolè e Vazzola) si allontanano dalla media superando addirittura del 100% la differenza complessiva tra l'incassato Ici/Imu; altrettanti s'aggirano o stanno al di sotto del 20% (Arcade, Fregona, Meduna, Miane, Tarzo e Vidor) e Cison registra il record del più basso aumento solo con l'8,95%.

CONCLUSIONI DEL SEGRETARIO GENERALE SPI CGIL DI TREVISO
"Alla luce di questa analisi il Sindacato, che conduce da tempo un grande lavoro di contrattazione sociale sul territorio, rivolge un appello ai nostri Sindaci:
- in base all'ISEE scontare il più l'imposta sulla prima casa grazie all'azione sulla detrazione, così da ripristinare una situazione di equità tra le fasce di reddito, dove chi ha di più paga di più;
- trovare delle politiche omogenee relativamente all'applicazione delle aliquote e alle detrazioni, così da eliminare le disparità di contribuzione tra i cittadini di diversi Comuni;
- ci si interroghi, infine, sulla riorganizzazione della governance locale, attraverso l'aggregazione delle funzioni e la fusione dei Comuni, al fine di creare una massa critica sufficiente a sostenere i servizi al cittadino e gli interventi sociali, ridefinendo la spesa, in particolare quella legata alla politica".