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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 29/07/2010

Caso di castello di Godego, le critiche di Barbiero, Bernini (Fp Cgil) e Improta (Spi).
Compartecipazione, per la Cgil errore di metodo e di merito.

Il segretario: "Questi sono i fatti che dimostrano quanto devastanti siano i tagli agli enti locali". Pensionati e Funzione Pubblica: "Soglia di esenzione ridicola, in questo modo faranno pagare a tutti la metà dei costi, quindi anche alle famiglie povere".
"La scelta operata dall'amministrazione comunale di Castello di Godego è solo il primo di una lunga lista di casi futuri con cui misureremo, in maniera concreta, gli effetti nefasti sui cittadini dei tagli agli enti locali decisi dal governo".

Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, in merito alla situazione a Castello di Godego, dove la giunta ha deciso di far compartecipare gli utenti alla spesa per i servizi socio sanitari erogati dall'amministrazione comunale.

"Scelta sbagliata nel merito e nel metodo - attacca Barbiero - una tassa in più fatta pagare ai cittadini maggiormente in difficoltà. Siamo al collasso del welfare e alla privatizzazione dell'assistenza".
Dura anche la presa di posizione di Ivan Bernini, della segreteria provinciale della Funzione Pubblica Cgil, e di Italo Impronta, membro della segretarie provinciale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil.

"Il sindaco di Castello di Godego - hanno detto Bernini e Improta - alza una cortina fumogena sulla decisione della sua giunta, sostenendo che pagheranno solo i più ricchi. Ma è una bugia: come criterio per definire i limiti tra chi sarà chiamato alla compartecipazione e chi no il Comune utilizza l'Isee, che è cosa ben diversa dal reddito, e fissa il valore a 5.500 euro.
Altro che ricchi: con quei livelli di situazione economica equivalente pagheranno tutti, escludendo solo una porzione residuale e numericamente risibile, cioè solo gli indigenti.
Ma l'effetto di una compartecipazione al 50% della spesa sostenuta per erogare il servizio avrà effetti devastanti sui bilanci delle famiglie a basso reddito, che con un reddito da sopravvivenza sono comunque sopra al limite e che non vengono minimamente garantite".

"Più coerente - hanno proseguito Bernini e Improta - sarebbe stato, prima di decidere l'applicazione di quella che è una vera e propria tassa, che il sindaco di Castello di Godego si fosse confrontato con le altre amministrazioni comunali e con l'Ulss responsabili dei piani di zona. In questo modo, invece, si creano disparità ingiuste fra cittadini della stessa area".
"Comprendiamo - ha concluso Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso - che i Comuni si trovino impiccati dai tagli decisi a Roma.
Questo però va detto alla gente con chiarezza, come è evidente che non si possono far pagare i costi delle manovre del governo ai cittadini maggiormente in difficoltà.
Il caso di Castello di Godego è la rappresentazione concreta e tangibile di quello che la Cgil ha già detto da tempo: i tagli di Tremonti metteranno in ginocchio gli enti locali, con gravissime conseguenze sul piano della qualità dei servizi e dell'esigibilità di diritti fondamentali, come quello alla salute e all'assistenza".

Ufficio Stampa