Immagine di copertina

COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 17/10/2008

PREOCCUPAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CGIL PER LA SITUAZIONE DELL'ECONOMIA REALE.
Crisi, nel 2009 rischieranno il posto tra i 5 e i 6 mila lavoratori
Previsioni negative per tutti i settori, A soffrire non saranno soltanto le pmi, ma anche le aziende più grandi che hanno innovato attingendo alle risorse a rischio offerte dai mercati finanziari.

Saranno i primi mesi del prossimo anno a dirci quanto profonda potrà essere la crisi sull'economia reale trevigiana, composta, è bene ricordarlo, per il 92% da piccole e medie imprese. Una prima parziale stima ci dice già che potrebbero essere bruciati da 5 a 6 mila posti di lavoro".
Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario provinciale della Cgil di Treviso.
"Ci attendiamo una situazione negativa e dai contenuti inediti spalmata su tutti i settori, dal manifatturiero al terziario. Quello a cui assisteremo sarà una dura selezione operata dal mercato; prevediamo che le imprese in difficoltà non saranno soltanto quelle piccole, sottocapitalizzate e con gravi problemi di liquidità e accesso al credito, ma anche le aziende che hanno investito in processi di innovazione, sostenuti però con risorse provenienti dai mercati finanziari e contaminate dai cosiddetti finanziamenti tossici".

Tra i settori più esposti, ha fatto notare Barbiero, vi è la metalmeccanico, che ad oggi conta 50 stati di grave crisi.
Serve immaginare da subito una forte politica di sostegno dei redditi familiari, attraverso una profonda riforma degli ammortizzatori sociali ma utilizzando anche lo strumento della fiscalità, ad esempio intervenendo con sgravi della stessa entità degli aumenti delle rate dei mutui variabili.

La provincia di Treviso, ha concluso Barbiero, si è sempre caratterizzata per un reddito familiare più elevato della media nazionale, per quanto il reddito pro capite sia invece inferiore alla media. Un Un ulteriore impoverimento del tessuto sociale provocherà una inevitabile netta contrazione dei consumi, che si abbatterà con esiti facilmente prevedibili sull'intero sistema economico locale. Ha ragione Confindustria: il prossimo anno sarà caratterizzato da una crescita con il segno meno. Si tratta di capire quali politiche si vogliono mettere in campo per affrontare il problema.