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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 03/06/2014

FP CGIL: per alcuni settori del pubblico impiego sono interessati al bonus fiscale anche oltre il 90% dei lavoratori della Marca. Bonus 80euro, Bernini: "Stipendi pubblici sotto i 26mila euro lordi annui".
Il segretario generale: "Progressivo slittamento verso la soglia di povertà, specialmente quando per questi lavoratori è l'unico reddito del nucleo familiare. Si avvii al più presto una seria riforma della PA e si proceda col rinnovo e l'unificazione dei contratti della filiera pubblica, oggi divergenti sia sul versante economico che normativo".

"La FP CGIL di Treviso ha operato in questo mese alcune rilevazioni a campione sugli Enti della Pubblica Amministrazione (Enti Locali, Sanità Pubblica, Case di riposo, Enti dello Stato) del territorio provinciale per avere un ritorno che provasse a quantificare i numeri del personale coinvolto al bonus previsto dal D.L. Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, pari a 80 euro (pienamente erogato fino ai 24.000 euro lordi) e modulato fino ai 26mila euro. Le sorprese non sono poche considerando le campagne sul lavoro pubblico di questi anni e l'effetto che le stesse hanno avuto sull'opinione pubblica". Ha detto Ivan Bernini, segretario generale Funzione Pubblica CGIL di Treviso.

"Il bonus si rivolge, così come indicato nel decreto, ad una platea considerata di reddito medio–basso – ha spiegato il segretario generale FP CGIL di Treviso – e gli effetti della manovra sono già misurabili nelle buste paga che i lavoratori pubblici hanno ricevuto a maggio. Nel sistema delle autonomie locali è interessata al provvedimento, ai vari livelli della modulazione prevista, una percentuale di lavoratori compresa tra il 70% e l'85% del totale occupati. Nelle case di riposo sono coinvolti mediamente tra il 93 e 98% dei lavoratori. Anche negli Enti dello Stato abbiamo percentuali molto alte ma, ad oggi, difficilmente riscontrabili per i meccanismi centralizzati delle paghe. Mentre nella Sanità pubblica la media s'abbassa tra il 45 e il 60%. Spesso poi – continua Ivan Bernini - abbiamo riscontrato che il discrimine tra chi percepisce il bonus e chi non ne ha diritto è dato dal superamento della soglia di reddito per effetto di orario straordinario o, come nella sanità, per effetto della pronta disponibilità (che altro non è che orario straordinario altrimenti detto). Inoltre, è realisticamente ipotizzabile un coinvolgimento di ampi settori del resto della filiera pubblica (cooperazione sociale, terzo settore), addirittura oltre il 95%".

"I dati – aggiunge Bernini - ci dimostrano chiaramente che le retribuzioni della gran parte dei lavoratori pubblici stanno dentro ad una soglia definita medio–bassa e pertanto considerata nel riconoscimento del bonus fiscale. Lavoratori questi che progressivamente, senza interventi di adeguamento economico, stanno scivolando verso livelli di povertà relativa che rischia, se considerato l'innegabile restringimento di servizi pubblici alla persona (nell'ambito socio, sanitario e assistenziale), di diventare assoluta, specie quando, se a far fronte esclusivamente con mezzi propri ai bisogni fondamentali, sono gli unici percettori di reddito del nucleo familiare".

"Queste prime stime ci portano inevitabilmente a fare alcune considerazioni che provino, se non altro, a sfatare alcuni luoghi comuni relativamente al fatto che il livello della spesa pubblica si sarebbe ridotto con una riduzione dell'occupazione e con il blocco dei salari. Sebbene dal 2010 con il blocco dei rinnovi contrattuali si siano arrestate le assunzioni – spiega secco Bernini - il livello della spesa pubblica è comunque aumentato. Per queste ragioni – conclude Bernini – oltre all'avvio di una seria riforma delle Pubbliche Amministrazioni, riteniamo fondamentale che si riaprano quanto prima percorsi non più evitabili, che considerino con attenzione non solo la partita del rinnovo del CCNL, ma anche la necessaria unificazione dei contratti che fanno capo alla filiera pubblica, oggi dei più differenziati e con evidenti difformità di trattamento economico e normativo rispetto a lavoratori che ricoprono le stesse mansioni".