Immagine di copertina

COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 06/06/2012

Il dato di maggio: altri 554 lavoratori in mobilità.
Lavoro, Cgil: "3.800 espulsi da gennaio, mille sono impiegati".
Il segretario generale: "I dati sui licenziati e in aggiunta quelli sulla cig e cigs che consegneremo domani al Prefetto fotografano la nera realtà del mercato del lavoro in della Marca"

Si chiude maggio 2012 con altri 554 lavoratori interessati alla mobilità, portando a quota 3.813 le nuove uscite dal mercato del lavoro.
Di questo rilevante numero, 1.234 è relativo ai lavoratori licenziati a seguito di procedure di mobilità ai sensi della Legge 223/91 riguardante la grande impresa e più del doppio, 2.579 espulsi, provengono dalle pmi della Marca. Soprattutto sul fronte della grande impresa è la percentuale dei "colletti bianchi" a registrare un duro colpo passando dal 32,52% di aprile al 45,10% del mese appena concluso e, stabilizzandosi al 31,68% per le pmi. Per un totale di ben 1.018 impiegati espulsi.
Segnale ineluttabile di una crisi che non finisce e intacca tutti i livelli gestionali e strutturali, anche delle realtà più solide. Crescono anche i licenziamenti tra gli stranieri che rappresentano complessivamente, con 988 lavoratori, il 26% delle espulsioni dei primi cinque mesi dell'anno.

Per quanto riguarda i settori maggiormente coinvolti dalla crisi, l'analisi dei dati sullo stato delle aziende in provincia rileva che il comparto metalmeccanico resta anche nella prima metà dell'anno quello a soffrire di più, con una perdita di posti di lavoro pari al 19,43% sul totale dei lavoratori interessati alla 236/93, ovvero provenienti dalle piccole e medie imprese e dunque senza nessun ammortizzatore sociale. Seguito col 18,92% di espulsi sul totale dall'altro importante comparto delle costruzioni, e dall'avanzata del commercio che, con 421 posti persi in questi cinque mesi, si attesta al 16,32% della nera classifica. Per quanto riguarda le categorie coperte da ammortizzatori sociali (223/91) la perdita occupazionale riguarda in particolar modo il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero che tocca il 24,15% delle fuoriuscite dal mercato del lavoro e il comparto del legno che sfiora il 25%. Subito sotto ancora il metalmeccanico con il 22,69% di posti persi per i lavoratori con copertura. Inoltre, la frenata del comparto edile tocca anche le grandi realtà produttrici di laterizi e manufatti in cemento con 107 lavoratori espulsi, pari ad una perdita dell'8,67%.

Proseguendo con l'analisi demografica lo studio evidenzia con percentuali a due cifre quanto la crisi s'abbatta specialmente sulla fascia d'età 31-50 anni per quanto riguarda i lavoratori delle pmi e sulla fascia 41-60 per i lavoratori interessati alla 223/91, dove sono complessivamente coinvolti alla pari uomini (688) e donne (546) iscritti alla mobilità.

"Domani nel corso dell'incontro col Prefetto di Treviso tra le parti Sociali e le categorie economiche al fine di monitorare le criticità e prevenire le possibili tensioni sociali nel territorio il Sindacato - ha dichiarato Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil di Treviso – consegnerà l'analisi elaborata dal Centro Studi della Cgil integrando a tale fotografia del mercato del lavoro i dati, per settore e per zona, relativi all'inarrestabile incremento delle richieste di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) per cessata attività, per procedure concorsuali, per ristrutturazioni e riorganizzazioni di medie e grandi aziende.
Perché l'anno in corso rischia di segnare rispetto al passato un ulteriore peggioramento relativamente al mercato del lavoro, tracciando un trend negativo che ci porterà a superare anche in provincia di Treviso la soglia del 7% del livello di disoccupazione. Inoltre – ha concluso Barbiero – il numero di ingressi nel mercato del lavoro si ferma ad una soglia decisamente inferiore rispetto allo scorso; lavoratori questi per i quali si chiudono sempre più contratti precari, privi di tutele e garanzie di continuità".

Ufficio Stampa - HoboCommunication