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LETTERA APERTA AI GIOVANI

Comunicati Segreteria - 29/08/2011

Lettera aperta per chiamare i giovani a prendere posizione, con responsabilità, non rassegnazione.
Martedì 6 Settembre 2011 la Cgil chiama a scendere in piazza per lo sciopero generale contro la manovra tutti i lavoratori, i pensionati, i giovani e i migranti. La situazione del Paese è drammatica, sull'orlo del fallimento e del tracollo "stile Grecia".
Il Governo, dopo aver negato per anni la crisi economica italiana, all'improvviso decide di intervenire per risanare il bilancio dello Stato.

Ci sono chiare responsabilità se il nostro Paese è in questa situazione, ci sono evidenti mancanze politiche se, considerati fragili e a rischio bancarotta, siamo oggetto di speculazioni finanziari internazionali. La manovra è quindi necessaria nella quantità, nei saldi. Non è necessaria nella qualità, nei sacrifici chiesti "ai soliti noti" (lavoratori, pensionati, a chi le tasse le paga). Per questo la Cgil scende in piazza: per contestare duramente le manovre del Governo ingiuste e sbagliate, ma anche per proporre reali alternative, per maggiore equità, crescita, occupazione, risanamento dei conti e sviluppo.

Tutto ciò è contenuto nella contromanovra della CGIL, ma non voglio soffermarmi troppo su questo: in questi giorni molti avranno modo di valutare analisi e proposte attraverso l'azione capillare che tutta la Cgil a Treviso, come nel resto d'Italia, a messo in campo con gazebi, volantinaggi, assemblee e confronti e scambio di idee informali.
Vorrei soffermarmi maggiormente per fare uno specifico appello ai giovani che siano lavoratori, precari, disoccupati o studenti.
In una fase come questa di intensa drammaticità e di bombardamento mediatico su crolli di borsa e rischio default, la necessità della manovra non va confusa con l'immodificabilità della stessa. E ancor peggio sarebbe farsi prendere da una sorta di rassegnazione legata ad una poco chiara (perché ad arte resa fumosa) responsabilità del Governo o da una completa sfiducia nelle istituzioni e politica.

Non è con la non-politica che si esce dal disastro. E non è con la frase "tanto sono tutti uguali" che si rilancia il paese.
Lo sciopero della Cgil è uno sciopero politico perché la politica determina le condizioni di un paese, perchè la politica deve dare risposte. È per questo che è importante che ci sia una eccezionale mobilitazione della generazione che rappresenta il futuro prossimo di questo paese: il rischio è che non ci sia una seconda possibilità, il rischio è che la manovra determini inesorabilmente (e negativamente) il nostro futuro. La fase è veramente critica ed eccezionale, la mobilitazione deve essere generale. È importante che i giovani scendano in piazza perchè non possiamo lasciare ad altri questo ruolo, non possiamo delegare il cambiamento ad altri. Ognuno di noi, in qualità di cittadino di questa Repubblica ha la responsabilità di manifestare dissenso e avanzare proposte. Qualcuno potrebbe avere dei dubbi sull'efficacia di uno sciopero generale e sulla sua influenza sull'operato parlamentare. Ma immaginiamo per un momento che a quella manifestazione siano in molti, tanti, veramente tanti, i lavoratori, i pensionati, i giovani e i cittadini che vi partecipino; immaginiamo che per 8 ore l'Italia si fermi: non sarebbe un segnale chiaro e difficilmente non recepibile dal parlamento? Non sarebbe un enorme esercizio di democrazia per dire che si deve governare diversamente?

Il nostro futuro dipende anche da questo: da quanto saremo bravi a svolgere nei vari ambiti il nostro ruolo di cittadini non rassegnati.
Non abbiamo garanzie di successo, ma vogliamo veramente rinunciare ad avere un lavoro più stabile e meno precario? Vogliamo veramente rinunciare ad avere un paese diverso, dove l'istruzione non sia considerato solo un costo, dove la ricerca sia un investimento per rilanciare il nostro Paese, dove i diritti siano allagarti a tutti? Vogliamo veramente rinunciare al nostro futuro?! È un impegno quello che ci viene chiesto, che molto probabilmente non si esaurisce nella sola partecipazione allo sciopero, ma il 6 Settembre può essere la prima tappa di un rinnovato impegno politico e civile di una generazione che vuole vivere in un'Italia migliore. Se non ora…rischia di essere troppo tardi la prossima volta.
Per tutto questo vi aspetto numerosi il 6 Settembre 2011 in piazza Ferretto a Mestre dalle ore 9:00

Giacomo Vendrame, Segretario Generale Nidil Cgil Treviso