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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 05/07/2010

Analisi dell'Ufficio Studi della Cgil, nel 2010 previsti non più di 85 mila nuovi contratti.
Occupazione, le assunzioni nella Marca precipitano ai livelli del 2000.
Netta flessione del lavoro a tempo indeterminato, boom di somministrazione e precariato.
Barbiero: "Analisi diversa da quella degli industriali, i nostri numero dicono che imprese non vedono la ripresa. Servono nuovi strumenti di formazione continua e riqualificazione" "Non solo l'occupazione è in calo e diminuiscono nei fatti le assunzioni rispetto allo stock massimo degli occupati nel 2007 (400 mila), ma a perdere è soprattutto la qualità contrattuale, considerato che il 78% dei nuovi assunti ha rapporti a tempo determinato, in somministrazione e atipici. Si tratta di un segnale importante che marca la scarsa fiducia delle imprese rispetto ad una ripresa stabile. La nostra è una analisi diversa da quella fornita dagli industriali e dal prof. Feltrin, perché si basa su una valutazione quantitativa e qualitativa degli ultimi dieci anni".

Lo ha detto Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, commentando alcuni dati, forniti oggi dall'Ufficio Studi della Cgil provinciale di Treviso, relativamente alle nuove assunzioni nella Marca. "Nella migliore delle ipotesi - ha spiegato Barbiero - le assunzioni, nel 2010, raggiungeranno quota 85 mila, marcando così una "retrocessione" della dinamicità del mercato del lavoro ai livelli del 2000. La differenza sostanziale sta nella qualità contrattuale: se dieci anni fa le assunzioni a tempo indeterminato rappresentavano oltre il 40% del totale e quelle a tempo determinato - circa il 35% - si trasformavano entro 12 mesi in rapporto stabile, oggi il 45% dei contratti è a tempo determinato per oltre 36 mesi, mentre il lavoro a tempo indeterminato è sceso al 15%. Inoltre avanzano in maniera significativa i contratti di somministrazione (18%) e le forme contrattuali atipiche, che passano dal 3% del 2000 ad oltre il 20% previsto per l'anno in corso".

"Questi indicatori - ha proseguito il segretario generale della Cgil provinciale di Treviso - oltre a mettere in evidenza l'assenza di segnali strutturali di vera e stabile ripresa, segnalano anche una discesa della qualità delle aziende perché a lavoro instabile e precario corrisponde un tessuto di impresa economicamente fragile e con una scarsa tenuta dei livelli occupazionali. Questo rappresenta anche un limite alla crescita delle professionalità, che è invece uno degli ingredienti di cui il modello imprenditoriale locale necessita per agganciare eventuali prospettive future di ripresa solida nei mercati internazionali, attraverso produzioni di qualità meno esposte alla concorrenza dei paesi emergenti".

"In questa fase della crisi - ha concluso Barbiero - serve mettere a disposizione risorse e percorsi che favoriscano, anche in una logica di ripresa dei consumi interni, una occupazione più stabile, con percorsi di formazione continua e riqualificazione professionale che diano vere prospettive alle nuove generazioni e a quelle migliaia di lavoratori oggi disoccupati o in cassa integrazioni che altrimenti rischierebbero di rimanere inattivi e marginalizzati e nel contempo non avere neppure le condizioni per poter accedere alla pensione"

Ufficio Stampa