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LETTERA AL DIRETTORE

Comunicati Segreteria - 17/06/2013

L'importanza di un voto di svolta per aprire la città ad una stagione di dialogo operativo.

Gentile Direttore,
in questo contesto il voto amministrativo assume un significato particolare all'interno della spirale di crisi economica e politica in cui il Paese si trova e che i trevigiani respirano quotidianamente. In particolare quello di Treviso è il voto in una città simbolo del radicamento del Carroccio ed è il voto di una città capoluogo di una provincia, tra le più ricche e produttive del Nord Est, che oggi si trova ad affrontare il periodo più buio che abbia mai conosciuto dal dopoguerra, tra chiusure delle fabbriche, costante e drammatico aumento della disoccupazione e del precariato, e il totale disorientamento della classe dirigente e politica nell'affrontare una trasformazione economica e sociale di tale portata.

Un territorio, il nostro, da dove non solo i giovani ma perfino i tanto "sgraditi" extracomunitari se ne vanno. E questo è anche il centro di quella provincia che s'appresta a diventare la più popolosa del Veneto ma che allo stesso tempo ha il più alto tasso di invecchiamento. Allora il risultato elettorale del 10 giugno rappresenta un momento di svolta, non solo in termini politici ma soprattutto per quello che potrà significare. Conta questa fiducia che i trevigiani hanno dato al centro-sinistra consegnando Ca' Sugana a Giovanni Manildo perché può diventare veramente un "voltare pagina" rispetto all'immobilismo delle ultime amministrazioni di centro-destra e conta perché ha già messo in campo energie nuove e che vengono da percorsi anche estranei alla politica. I giovani, innanzitutto, che si sono messi in prima fila e hanno chiaramente espresso il bisogno di cambiare e "liberare", nel senso di aprire, questa città che, anche a detta loro, ha ancora molto da dire e da dare e che invece è stata intrappolata in se stessa da così lungo tempo, ostile ai mutamenti e fuggendo alla cultura del presente.

Archiviata l'egemonia leghista dell'ultimo ventennio, ci auguriamo che da questo voto nasca una squadra di governo unita, capace di intraprendere il percorso inverso rispetto all'autoritarismo del "fasso tutto mi", ma che viva di dialogo e di partecipazione; che, arricchita delle varie componenti e istanze che oggi compongono la nuova maggioranza il governo cittadino, metta mano con decisione ai tanti problemi del capoluogo. E lo faccia collaborando e confrontandosi con le anime produttive, sociali e culturali finora messe in secondo piano rispetto agli interessi elettorali e demagogici dei partiti al potere.

Alla luce dei tagli ai trasferimenti dal governo centrale, dei vincoli del Patto di Stabilità, dei decreti Monti sulla spending review, e inoltre, se da quel "setaccio dei conti" del Comune e delle società municipalizzate profilato dal nuovo Sindaco, com'è prevedibile, emergeranno problematiche rilevanti e d'ostacolo a intraprendere fattivamente percorsi di cambiamento, l'unica e concreta soluzione che, con l'esperienza del Sindacato, possiamo consigliare alla nuova Giunta e al nuovo Consiglio è quella di ritrovare il ruolo di guida, di coordinamento, di capofila di progetti e iniziative che mirino a riattivare, rilanciare e promuovere le potenzialità sopite della nostra città e dare risposte concrete ai suoi abitanti.

Soprattutto nell'affrontare le questioni legate al lavoro, alle giovani generazioni, al sociale e alla fiscalità locale, relativamente a casa e reddito, ma anche alla riflessione avviata in merito all'area metropolitana Pa-Tre-Ve.
E lo facciano con trasparenza, e in particolar modo sul fronte della gestione del denaro pubblico e dell'assegnazione degli incarichi. Perché si tracci un solco netto e profondo con quel passato caratterizzato da leader consumati e dai facili slogan, e si apra una stagione di concretezza, responsabilità, innovazione. Per un Comune operoso e dinamico, un capoluogo centrale e trainante, un nuovo inizio per tutto nostro territorio. La Cgil di Treviso tende a questo cambiamento e guarderà attenta, nel merito e con l'autonomia che ci contraddistingue all'azione di coloro che oggi rappresentano il governo cittadino.