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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 11/02/2013

Nella Marca rallentano le assunzioni dei lavoratori iscritti alla mobilità a causa della mancata proroga delle agevolazioni contributive. A gennaio altri 416 posti persi nella piccola impresa. Bloccati gli incentivi per l'occupazione, scoperti oltre 5mila.
Il segretario generale della CGIL di Treviso: "Si configura un disincentivo alle assunzioni che discrimina alcuni lavoratori in disoccupazione. Non prorogando le agevolazioni contributive per chi assume i lavoratori usciti dalle pmi si tolgono le già labili opportunità di occupazione, con risvolti drammatici per le prospettive dei tanti disoccupati".

"La Legge di Stabilità non prevede la proroga della normativa che sanciva la possibilità di iscriversi alle liste di mobilità da parte di quei lavoratori licenziati oggetto della Legge 236/93, né rinnova la norma che consentiva alle aziende che avessero assunto tali lavoratori di godere di speciali incentivi di contenimento degli oneri previdenziali".
Lo ha riferito oggi Giacomo Vendrame, segretario generale della CGIL di Treviso, preoccupato per le ricadute di tali disposizioni sul territorio e denunciando quella che definisce "una triste e dolorosa vicenda che fa distinzione tra disoccupati con l'incentivo all'assunzione e disoccupati senza, con la percezione dei vari soggetti di essere davanti ad un'ingiustizia".

A causa della mancata proroga delle già ridottissime forme di ammortizzazione sociale previste dalla 236/93, ovvero in caso di licenziamento individuale per giustificato motivo da parte di imprese con meno di 15 dipendenti, restano potenzialmente scoperti in provincia di Treviso gran parte dei 5.286 lavoratori che, solo nel corso del 2012, hanno perso il posto, e che ad oggi non hanno più trovato un riposizionamento. A questi si aggiungono dal primo dell'anno altre 416 fuoriuscite dalle piccole realtà produttive trevigiane; mentre, in questo primo mese del 2013 sono 329 i licenziamenti rientranti nella Legge 223/91.
Senza il rifinanziamento degli sgravi contributivi l'Inps non erogherà per l'anno in corso gli incentivi previdenziali alle aziende che assumono oggi i lavoratori iscritti alla liste di mobilità della 236/93 negli anni precedenti. Inoltre, anche in caso di rinnovo o trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoratori "pescati" in passato dalle liste della 236/93 non è previsto il relativo incentivo.

"Con la nuova normativa, varata a dicembre dal Governo Monti, già diverse aziende del nostro territorio che hanno in forza lavoratori assunti dalle liste della 236/93 non stanno, infatti, rinnovando né trasformando i rapporti di lavoro in scadenza, temendo di non poter più avere diritto alle agevolazioni che miravano a contenere il costo del lavoro riducendo gli oneri previdenziali nella misura prevista per gli apprendisti – ha spiegato il segretario generale della CGIL - agevolazioni che restano in vigore solo in caso di assunzione di quei lavoratori che provengono da aziende che hanno effettuato le procedure di mobilità ai sensi della Legge 223/91 (nella Marca 2.085 lavoratori dei 7.371 iscritti al 31 dicembre 2012)". "Per questa ragione – ha detto Vendrame - chiediamo un atto interpretativo che preveda per il 2013 la proroga sia dell'iscrizione nelle liste di mobilità dei lavoratori licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti, sai la concessione degli sgravi contributivi per le aziende che assumono tale categoria di lavoratori nel corso dell'anno. Se non si provvederà subito al ripristino delle misure della 236 non rifinanziate si determinerà un ulteriore aggravamento della crisi del mercato del lavoro – ha aggiunto Vendrame - creando ulteriori problemi ai disoccupati che non percepiscono alcun sostegno al reddito, e penalizzando quelle imprese disponibili ad assumere anche in un momento così difficile". "Queste disposizioni – ha concluso Vendrame – sono il frutto dell'estenuante ed esasperata politica del rigore operata dal Governo Monti, priva di incentivi allo sviluppo e a dare ossigeno alle nostre imprese, e disinteressata alla tenuta del mercato del lavoro, che vogliamo ricordare è fatto di persone e non solo di numeri".