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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 10/01/2014

Dal 2014 ripristinata la perequazione delle pensioni per 67.391 trevigiani.
Percepiranno in media dai 28,60 ai 74,90 euro in meno del precedente sistema di rivalutazione.

Pensioni, Barbiero: "Persi 106milioni di euro in due anni".
Il Segretario generale: "I pensionati trevigiani sempre più poveri. Non basta lo sblocco e il contributo di solidarietà a compensare i sacrifici chiesti e a ripristinare l'equità sociale".

Il blocco della perequazione sulle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo Inps erogate nella Marca ha determinato una perdita di oltre 100milioni di euro in due anni. E' il Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI CGIL di Treviso a quantificare l'impoverimento dei pensionati trevigiani dovuto al mancato adeguamento delle pensioni, bloccato nel 2012 e 2013.

L'ANALISI - Se nel 2012 la mancata erogazione pensionistica nella Marca ha determinato un risparmio per le casse Inps di 50.438.136,44 euro, nell'anno appena concluso il blocco della perequazione sulle pensioni ha toccato dei 223.471 ben 67.391 pensionati trevigiani, che hanno subito con un mancato adeguamento al costo della vita pari a 55.811.596,72 euro. Il dato emanato dal Dipartimento Contrattazione Sociale dello SPI per l'Ufficio Studi della CGIL di Treviso prende in considerazione la fascia di pensionati che mensilmente percepisce un assegno Inps tra i 1.486,30 euro, tre volte il trattamento pensionistico minimo, e i 2.972,59 euro lordi. E, all'interno di questa fascia, è proprio la classe di reddito pensionistico più bassa, tra i 1.486,30 euro e i 1.749,99 euro lordi mensili, a contare più pensionati: 19.915 sull'intero territorio provinciale. Per questa classe di importo, considerando una pensione media percepita pari a 1.618,14 euro lordi, il blocco della perequazione ha comportato una mancata erogazione di 48,54 euro mensili, che moltiplicato per tredici mensilità costituisce una perdita di 631,07 euro anni. I più colpiti sono 9.376 pensionati che percepiscono un assegno Inps superiore ai 2.972,59 euro lordi, per i quali la perdita mensile calcolata nel corso del 2013 è pari a 89,17 euro, per un totale di 1.159,21 euro annui.

Considerando questi numeri quantifichiamo il sacrificio dei pensionati trevigiani negli ultimi due anni: 106.249.733,16 euro di mancato adeguamento alle pensioni a fronte dell'impennata del costo della vita causata dai prezzi al consumo, dall'inasprimento della pressione fiscale, generale e locale, e delle tariffe per i servizi. Nel 2014 la perequazione è stata solo in parte sbloccata. Infatti, ai pensionati che lo scorso anno avrebbero percepito 48,54 euro mensili di adeguamento, quelli appartenenti alla fascia tra i 1.486,30 euro e i 1.749,99 euro lordi mensili, dal 1° gennaio hanno diritto, secondo il nuovo coefficiente dell'1,140, ad appena 19,94 euro mensili di perequazione (28,60 euro in meno). E così la fascia di pensioni più alta, con assegno Inps superiore ai 2.972,59 euro lordi, che rispetto agli 89,17 euro non erogati nel 2013 da quest'anno percepirà un adeguamento pari a 14,27 euro mensili (74,90 euro in meno).

IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' SULLE PENSIONI ELEVATE - Inoltre, per il triennio 2014-2016, il contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici obbligatori particolarmente elevati, ovvero sulle pensioni superiori a 90mila euro lordi annui, 6.936,00 euro mensili, acquisito dalle gestioni previdenziali anche al fine di concorrere al finanziamento del costo relativo all'ampliamento del numero di lavori salvaguardati dalla riforma Forneo, viene fissato al 6% per la parte compresa fra le 14 e le 20 volte il trattamento minimo Inps (da 90.168 a 128.811 euro lordi anni, al 12% per la parte compresa fra i 128.812 e i 193.217,70 euro lordi annui, e al 18% per tutte le pensioni superiori a 193.217,80 euro lordi anni. Sono poi soggetti al contributo di solidarietà anche i vitalizi dei parlamentari superiori ai 90mila euro anni, i consiglieri regionali e provinciali, e tutti i funzionari degli organi costituzionali.

IL COMMENTO - "Molto è stato tolto troppo poco viene rimesso in gioco. Sul fronte dell'equità la partita è ancora aperta". Ha commentato Paolino Barbiero, segretario generale dello SPI CGIL di Treviso "Grazie alla battaglia condotta dallo SPI e dalla CGIL è aumentata la platea dei pensionati che possono, dopo due anni di sospensione, beneficiare dell'adeguamento delle pensioni. In provincia di Treviso sono 67.391 i pensionati che possono nuovamente godere della rivalutazione. Ma è imparagonabile e nettamente inferiore al sacrificio richiesto nel 2012 e 2013 ai pensionati quello che viene ridato oggi attraverso il ripristino parziale della rivalutazione media, ovvero quelle tra i 1.500 euro e i 3mila euro lordi mensili. Inoltre – ha sottolineato Paolino Barbiero - la classe politica manca di coraggio nel mettere mani ai privilegi propri e di chi può di più. Non è ancora sufficiente, infatti, la redistribuzione della ricchezza avviata con l'approvazione del contributo di solidarietà sui trattamenti pensionistici elevati".

"Per questa battaglia di equità, che sul territorio ci vede impegnati, anche grazie alla contrattazione sociale con i Comuni e con le multiutilities, in accordi e piattaforme allo scopo di contenere quanto più possibile la pressione fiscale e la perdita di potere d'acquisto per le fasce più deboli della società trevigiana – ha aggiunto Paolino Barbiero - lo SPI CGIL di Treviso continua a dialogare con tutti i corpi intermedi, con le istituzioni e con la politica, perché ci si assuma la responsabilità di intervenire e di non abbandonare la popolazione anziana, che oggi più che mai svolge un ruolo di ammortizzatore e di collante sociale e – ha concluso Barbiero - chiediamo proprio ai pensionati la più ampia adesione alle iniziative e alle forme di protesta e di richiesta di diritti che il Sindacato condurrà nel corso di questo anno".