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NO ALLA GUERRA. SÌ AD IMMEDIATE INIZIATIVE DI PACE

Note Segreteria - 11/03/2022

NO ALLA GUERRA. SÌ AD IMMEDIATE INIZIATIVE DI PACE
L'appello firmato
Anpi-Cgil-Pd-Articolo Uno Comitati provinciali-Treviso

Il conflitto in corso in Ucraina è una guerra devastante volta ad affermare una supremazia. È un modo inaccettabile di far valere, qualora ci fossero, le proprie ragioni. Come sempre le guerre si decidono sulla testa della popolazione inerme, che vede cambiata drammaticamente la propria vita e subisce la morte di donne, di bambini, di gente innocente. Questo è inaccettabile nel terzo millennio e sempre da condannare senza nessun distinguo. È una guerra iniziata otto anni fa, anche se fino a qualche giorno fa ha riguardato un territorio limitato, e per otto anni è continuata nella sordità e nella cecità internazionali, a cominciare dall’Onu. Occorre far tacere gli estremismi, dare forza al dialogo e far valere le ragioni della democrazia, della coesistenza e dell’autodeterminazione dei popoli. La guerra è una violenza da aborrire sempre, soprattutto a fronte del manifestarsi di interessi oscuri e di un inaccettabile nazionalismo. Per questo condanniamo senza tentennamenti la decisione dei dirigenti russi e del loro presidente di scatenare questo conflitto.

Per quanto abbiano posizioni diverse su alcuni punti, l’Anpi, la Cgil e il Pd e Articolo Uno, che sono, questi ultimi, partiti che fanno parte del governo del Paese, concordano sulla necessità di attivare e sostenere tutte le iniziative che a livello europeo ed internazionale si stanno avviando per cercare di fermare le armi, per trovare un compromesso alto che ponga fine alle ostilità e per aiutare poi un Paese distrutto a ricostruirsi nella pace. Vanno condannati tutti i tentativi di prolungare la guerra per sfibrare l’avversario. Questa logica allunga il calvario dei civili. Come sono da condannare le posizioni di chi oggi si scandalizza mentre per anni ha spalleggiato Eltsin e poi Putin, accolto trionfalmente anche da noi, e non dalle associazioni pacifiste. Sono da condannare coloro che hanno fatto grandi affari con gli oligarchi, che si sono arricchiti impossessandosi del patrimonio dello Stato Sovietico. Se l’Occidente avesse ascoltato Gorbaciov e il suo coraggioso tentativo di riforme non saremmo in questa strozzatura della storia.

A livello mondiale occorre riprendere le trattative per affermare il disarmo, a cominciare da quello nucleare che è stato interrotto, e per intraprendere iniziative che disinneschino i fronti militari contrapposti, sempre forieri di possibili scontri armati. Per questo sosteniamo tutti i movimenti pacifisti impegnati nella solidarietà e nell’assistenza ai profughi. Lodevole è l’impegno di organizzazioni come Medici Senza Frontiere ed Emergency, presenti in prima linea con tante altre associazioni impegnate a dare sostegno ed assistenza e per affermare i valori della pace e del disarmo. E sosteniamo anche i movimenti di pace che vengono repressi in Russia, come respingiamo le insensate iniziative di chi ha cercato di bloccare, all’Università Bicocca a Milano, una conferenza su Dostoevskij. Non è colpendo la cultura che si fermano le armi.

Le risorse messe in campo per la guerra devono essere convertite in iniziative di pace e di solidarietà, per combattere la fame nel mondo, per attuare politiche che rispettino l’ambiente, abbandonando nei tempi necessari, e non più rinviabili, l’uso di prodotti inquinanti che distruggono gradualmente il pianeta. Le organizzazioni e i partiti che sottoscrivono questo appello sottolineano quanto siano gravi le conseguenze che il conflitto in corso avrà sull’economia italiana e su quella europea e soprattutto sull’esistenza di tanti cittadini e di tante piccole e medie imprese. Sottolineano altresì che l’inflazione e il pesantissimo aumento delle materie prime, causate dal conflitto e dalle tensioni internazionali, sono accompagnati anche da speculazioni e da inaccettabili occasioni di profitto. Il governo e le istituzioni locali devono agire e contrastare questa tendenza frutto di avidità.

C’è il pericolo che il peggioramento della situazione economica e la prevedibile chiusura di molte imprese, indotta dall’insopportabile aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, portino ampi strati dell’opinione pubblica, ingannati dalle sirene della destra, su posizioni antidemocratiche. Per questo occorre mettere in atto un piano europeo di aiuti concreti e svolgere, con la forza della democrazia e della partecipazione, un’ampia azione di convincimento della popolazione. Solo fermando le armi ed avviando serie iniziative di mediazione politica si potrà far cessare al più presto un conflitto devastante.

I firmatari di questo appello invitano tutti i cittadini a trovare gli elementi che uniscono e ad agire per sostenere ogni sforzo per la pace, per la fine immediata della guerra e per dare aiuto ed ospitalità a chi fugge dalla guerra.

TACCIANO LE ARMI E SI DIA VOCE ALLE INIZIATIVE DI PACE. LA DEMOCRAZIA DEVE PREVALERE.  

 

Treviso, 11 marzo 2022

Anpi-Cgil-Pd-Articolo Uno
Comitati provinciali-Treviso